venerdì 3 ottobre 2014

NICOT

NICOT
Aldilà del colle solitario,la nebbia salendo,si addensa, e non vedo niente oltre la siepe  se non il niente , appunto.   
E’ il ‘naufragare’ degli ultimi pensieri tra lo stormire del vento,dove vagano indipendenti nella memoria perduta. Ho il sospetto che questo naufragio di rimembranze antiche, itineranti nella mia scatola cranica, abbia un nome scientifico impronunziabile...E mentre gli anni passati e l’ombra di loro riecheggia in un parapiglia di ricordi confusi, il presente invece, danza senza musica, e il ritmo è assente, e non è dolce, come dice il poeta, mentendo, naufragare in questo autunnale caos mentale.
Nel marasma del tempo accumulato, non ricordo più se erano i verbi transitivi, quelli che passavano o quelli intransitivi...o quand'è che la vocale scompare se con il troncamento o l’elisione.. Ma per fugare queste solitudini grammaticali, io conosco un rimedio : Mi accendo una sigaretta, per bruciare il tempo e, nel contempo i polmoni .
E, mentre fumo, trovo quanto sia ridicolo e funesto  il rimedio stesso,e quanto grande sia il danno travestito da piacere, e, ci aggiungo una considerazione :
Signor Nicot,  che caspita di invenzione fu la tua? Volevi forse addolcire l’esistenza agli umani con quattro capriole di fumo? Te, che anche da morto sei rimasto attivo, te impunito e mai querelato che continui a uccidere anche postumo?  Chi mi risarcirà della pelle ingiallita e del catrame nei polmoni? Ma si sa , non tutti i mali vengono per nuocere : Forse che il tuo veleno non sia un toccasana per le casse dello Stato?
E’ un po’ come sacrificarci in tanti per il bene della Patria ! E, per ringraziare la Musa per questa sublime interpretazione ispirata, me ne accendo un’altra giusto per vagare ancora un po’ nell'estasi da tabacco. C’è nebbia satura di fumo nella mia stanza, dunque apro la finestra e scruto nello spazio sconfinato del cielo e vi cercherò la giustificazione delle antinomie che viaggiano parallele nella mia persona,e sarà una richiesta d’aiuto o un pentimento per quel poco che ho fatto e quel tanto che non ho fatto. Imparare dalle proprie debolezze è sempre il migliore dei modi per riscattarsi e guardarsi dentro e ridere o piangere di se stessi, con un po’ di umorismo e commiserazione,il tanto di guardare dentro la propria immagine e scoprirne le dissonanze e le sproporzioni che non ho avvertito durante la proiezione reale delle stesse.
Sarà come tornare sui propri passi ma con uno spirito diverso, come un bambino ormai adulto che  rivede  i suoi disegnini infantili. Ma dipingere è facile quando ancora  non sai come si fa. E’ molto più difficile quando lo sai. Pablo Picasso ha detto:’ La pittura è una bugia che dice la verità’  La frase è suggestiva ma è vero anche il suo rovescio : che la verità non  si costruisce con le bugie. Tuttavia, gli scolaretti e i pittori della domenica hanno costruito meravigliose bugie !
E i giorni, ora lo so, sono come i verbi transitivi: Passano…
                                                                                                                                  Gabri 

            
                   

                                                                                                                




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