NICOT
Aldilà del
colle solitario,la nebbia salendo,si addensa, e non vedo niente oltre la
siepe se non il niente , appunto.
E’ il ‘naufragare’
degli ultimi pensieri tra lo stormire del vento,dove vagano indipendenti nella
memoria perduta. Ho il sospetto che questo naufragio di rimembranze antiche,
itineranti nella mia scatola cranica, abbia un nome scientifico
impronunziabile...E mentre gli anni passati e l’ombra di loro riecheggia in un
parapiglia di ricordi confusi, il presente invece, danza senza musica, e il
ritmo è assente, e non è dolce, come dice il poeta, mentendo, naufragare in
questo autunnale caos mentale.
Nel marasma
del tempo accumulato, non ricordo più se erano i verbi transitivi, quelli che
passavano o quelli intransitivi...o quand'è che la vocale scompare se con il
troncamento o l’elisione.. Ma per fugare queste solitudini grammaticali, io
conosco un rimedio : Mi accendo una sigaretta, per bruciare il tempo e, nel
contempo i polmoni .
E, mentre
fumo, trovo quanto sia ridicolo e funesto
il rimedio stesso,e quanto grande sia il danno travestito da piacere, e,
ci aggiungo una considerazione :
Signor Nicot, che caspita di invenzione fu la tua? Volevi forse addolcire l’esistenza agli
umani con quattro capriole di fumo? Te, che anche da morto sei rimasto attivo,
te impunito e mai querelato che continui a uccidere anche postumo? Chi mi risarcirà della pelle ingiallita e del
catrame nei polmoni? Ma si sa , non tutti i mali vengono per nuocere : Forse
che il tuo veleno non sia un toccasana per le casse dello Stato?
E’ un po’ come
sacrificarci in tanti per il bene della Patria ! E, per ringraziare la Musa per
questa sublime interpretazione ispirata, me ne accendo un’altra giusto per
vagare ancora un po’ nell'estasi da tabacco. C’è nebbia satura di fumo
nella mia stanza, dunque apro la finestra e scruto nello spazio sconfinato del
cielo e vi cercherò la giustificazione delle antinomie che viaggiano parallele
nella mia persona,e sarà una richiesta d’aiuto o un pentimento per quel poco
che ho fatto e quel tanto che non ho fatto. Imparare dalle proprie debolezze è
sempre il migliore dei modi per riscattarsi e guardarsi dentro e ridere o
piangere di se stessi, con un po’ di umorismo e commiserazione,il tanto di
guardare dentro la propria immagine e scoprirne le dissonanze e le sproporzioni
che non ho avvertito durante la proiezione reale delle stesse.
Sarà come
tornare sui propri passi ma con uno spirito diverso, come un bambino ormai
adulto che rivede i suoi disegnini infantili. Ma dipingere è
facile quando ancora non sai come si fa.
E’ molto più difficile quando lo sai. Pablo Picasso ha detto:’ La pittura è una
bugia che dice la verità’ La frase è
suggestiva ma è vero anche il suo rovescio : che la verità non si costruisce con le bugie. Tuttavia, gli
scolaretti e i pittori della domenica hanno costruito meravigliose bugie !
E i giorni,
ora lo so, sono come i verbi transitivi: Passano…
Gabri
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