SANGUE E URINE
IERI lunedì 3 ottobre.
La giornata racconta.
Ore 6 e 30,
suona la sveglia che ho predisposto ieri sera. E’ il giorno delle analisi che
mi ha prescritto il mio medico curante : Sangue e urine . Non
mi sento un toro quando ho questi appuntamenti. . 1° Regola : niente colazione, stomaco rigorosamente a vuoto, e neanche
un pallido sussidio di caffè. Mi svesto e rivesto a memoria. Alle 7 e 30 esco di casa, la strada è breve. Il laboratorio delle analisi apre alle 8 ma quando arrivo c’è già il
pieno,due rampe di scale affollatissime; mi chiedo se erano già lì da ieri,
mah ! Mi faccio spazio
per salire a prendere il numeretto indicatore di turno : 192, prima di me 35
utenti. Inaudito! Un colpo d’occhio mi
informa che non c’è un posto a sedere,ma l’udito,un secondo dopo,mi informa
diversamente,questione di nano-secondi,vibra nella stanza un suono din-don che
annuncia il numero di turno, contemporaneamente il rumore di una sedia smossa
ha un significato unico, la destinataria del numero si alza ed io fulminea, mi
precipito a confiscargli la sedia già avidamente puntata da una decina di aspiranti
che ora mi squadrano come se gli avessi usurpato il trono. C’est la vie’ sussurro
un tantino rammaricata per loro. Da
seduta le prospettive cambiano un po’, non mi resta che distrarmi per ingannare
l’attesa; la pressione che sento in calo,apprezza il sollievo della posizione
di riposo ma lo stomaco si ribella, i villi intestinali,senza alcun supporto
alimentare da aggredire e acquetarsi lavorano a vuoto. Devo distrarmi in
qualche modo. L’attesa sfibra i nervi . Tiro fuori dalla borsa il libro: Il
ritratto di Dorian Gray . L’avevo lasciato quando in cantina scopre il suo
ritratto deturpato dagli eventi e dalle varie fasi del suo crepuscolo La
raccolta dei suoi stessi grafici sono impressionanti. Involontariamente il tema
è in tema! Eccoli i volti davanti a me: E’ l’esercito dei ‘non paganti’ i
‘Tiket esenti’ ben distinti dall’altra umanità quella pagante, vietata la
mescolanza! Gli
‘’Over sessanta’’: rughe copiose,foreste di simboli dell’informazione
genetica l’albero
della vita nella sua evoluzione fisica ed estetica. .. E’ la sintesi del tempo vissuto che mi si propone sotto i miei occhi. Ho un leggero capogiro,una vertigine al pensiero di appartenere allo
stesso ‘purgatorio’.Una sorta di Armata Brancaleone in chiave moderna: la fiera
dei consumati dagli insulti del tempo. Lo so, ci sono altri modi di guardare,magari con più benevolenza, ma oggi
no, la predisposizione è diversa. Davanti a me una signora ha smarrito le labbra
chi sa dove e una fessura tradisce
l’assenza dei denti. Di non lontano ne vedo un’altra, gli scivolano i
seni sino all ombelico e dintorni e, praticamente ignara del prodotto esterno
lordo, tiene una accesa discussione sulle tasse che il Comune di appartenenza
gli ha appioppato ingiustamente. L’interlocutore ascolta educatamente ma è un
po’ fuorviato dall’oscillazione di quella massa corporea,contemporaneamente
sposta l’eccesso di pancia che impedisce la viabilità a un infermiera che
trasferisce delicato materiale medico altrove. Un ragazzino che circola in
mezzo ai nonni insegue un aeroplanino di carta creando confusione e scompiglio
tra i pazienti spazientiti .. Mentre tutto questo
osservo, il tempo si dipana da solo, finchè trilla nella stanza il mio numero:
192 . Eccomi! Tento di alzarmi per
raggiungere la sala ‘Prelievi’ alla fine del corridoio. Sembra facile,ma
l’inerzia dello stare seduta si era sedimentata al punto che ho qualche
difficoltà a rimuovere i miei 50 chili. M’ero assuefatta alla proiezione del
film tridimensionale che quasi mi rammarico del blackout improvviso. Orsù mi
impongo, devo affrontare il secondo tempo! E’ un attimo che dura un’eternità
quella di alzarmi dalla sedia e riguadagnare la perpendicolarità dell’asse, nel
contempo non voglio far trapelare agli astanti le acrobazie dell’operazione,
così imito scatto e leggerezza inesistenti. Vado, pencolo un po’ di qua e di là
ma il corridoio è fatto!
Fra un po’ il lettino con lo schienale pieghevole mi accoglierà e il mio
braccio disteso sarà a completa disposizione del vampiro in camice bianco.
Sento la puntura dell’ago che si insinua nella vena e aspira il liquido denso,
non guardo ma immagino tutto, è come morire due volte. Che c’è signora? Oh
niente, tutto O.K. così credo di aver detto
al carnefice. Chiuda il pugno e si rilassi signora! e la siringa si colora lentamente di rosso.
Non guardo ma sbircio e immagino…. A intervento compiuto devo scendere dal comodo lettino ma giuro che lì
mi sarei assopita a proseguire il mio sonno interrotto. Ma è d’uopo alzarmi col
tampone di cotone nel braccio e lasciare il posto al succedaneo. Un rapido colloquio allo sportello di congedo mi informa sulla data del
ritiro dei risultati e via! mi ritrovo per strada, e non sto sognando una pasta
al forno ma m’imbuco nel primo ‘Bar’ e grido: caffè ! mentre afferro un
cornetto fumante…
Oggi martedì 4 ottobre La giornata racconta : Tutto è bene quel che
finisce bene.
Gabri
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