sabato 11 luglio 2015

SESSANTATRE TRENTANOVE VENEZIA

SESSANTATRE  TRENTANOVE  VENEZIA
Conobbi Renzo tramite gli annunci pubblicitari di un’agenzia immobiliare di Grosseto. Non che volessi acquistare una casa (questo non glielo dissi mai naturalmente) ma perché, visitare le case,per me è sempre stata una passione. E ad essere sinceri, Renzo è molto attraente, non fisicamente intendo ,ma come persona: semplice e piacevole. Con lui ho visitato le case più strane,da quelle rurali tipiche della Maremma a quelle con pretese di antichi manieri abbandonati e comunque affascinanti. L’ultima delle visite, prima di riprendere il treno per rientrare, non era eccezionale, però Renzo ha riconosciuto nel proprietario un vecchio compagno di scuola; entrambi nati a Venezia. Educatamente e divertita della ‘carrambata’ ho ascoltato le reminiscenze dei due che non si vedevano da quarant’anni, ma che avevano avuto un’adolescenza in comune. Renzo nel corso del dialogo ha affermato di avere 63 anni e stabiliscono che entrambi sono nati nel  ’39 appunto.
Curioso, penso, questi due numeri così stranamente rovesciabili..
Io, religiosamente in disparte, rimugino su questa strana combinazione e non ritengo opportuno informarmi sul giorno e il mese,anche se ero tentata, magari erano anche gemelli!  Finiti i salamelecchi,baci,abbracci e promesse di rivedersi, lasciamo la casa degli incontri casuali e Renzo mi accompagna alla stazione dove prenderò il treno per Roma. Come è mia abitudine ,una volta sul treno, pesco dalla borsa il libro di turno che mi estranea totalmente dalla moltitudine viaggiante.
Finalmente a casa preparo una cena frugale per due,c’era anche mia figlia Roberta, nel frattempo accendo la tv, sistema infallibile per catturare il sonno. Poi m’infilo a letto a dormire. Dimenticavo, era venerdì quel giorno.
Quasi sempre mi alzo alle sette o giù di lì ; ma quel mattino quasi meccanicamente mi sono vestita per uscire, non lo faccio quasi mai senza un motivo giustificato. Il più delle volte ciondolo tra un caffè e l’altro o i letti da disfare e ricomporre, insomma me la prendo con calma. Non so perché quella mattina mi son trovata per strada così presto. Ma si, mi dico tanto prima o poi qualche spesa la devo fare! Ma forse  dentro di me una ragione c’era :Un istinto inconsapevole sapeva che avevo finito le sigarette! E’ probabilissimo anzi. Magari non fumo per tutto il giorno,ma devo sapere che a casa ci sono. Io non so spiegarmi perché qualche rotella del mio cervello funzioni così , ma sto al gioco e trovo che è meglio assecondarle se ne tiro un vantaggio.
Sono in istrada e svolto alla traversa consueta, lo sguardo è attratto subito dal pavimento del marciapiedi: c’è un’insolita pubblicità appiccicata sul selciato,è un adesivo con su l’immagine di una freccia color arancione ben visibile , dopo pochi passi ne segue un’altra,e un’altra ancora, sembra che vogliano suggerirti un percorso e guidarti non so dove. Chissà cosa devo acquistare mi chiedo comunque sono incuriosita e le seguo: svolta qui ,gira là ,ma ecco l’ultima, proprio sull’ingresso del tabaccaio! Beh,  non mi resta che entrare! Dietro il banco c’è una signora dai modi gentili: Buon giorno! Buon giorno ! faccio eco . A fianco all’espositore delle sigarette c’ è un reparto con su scritto ‘ RICEVITORIA ‘ ‘ Lupus in fabula’,il mio pensiero corre a quei numeri che la sera prima mi avevano tanto incuriosito durante la ‘carrambata’ di Renzo e company. Va da se: mò me li gioco al lotto !
Non essendo molto pratica, chiedo alla signora dai modi gentili le istruzioni per l’uso.
Bene, 63 e 39 e sulla ruota di Venezia ,naturalmente!  La signora sorride divertita e io mi domando che cosa ha carpito dalla mia faccia. Chissa!  Le jeux son  fe   Sussurro amabilmente.
Correva dunque il sabato sera….Già , il sabato alle otto su Rai uno c’è Il ‘’lotto alle otto’’. Accendo la TV mentre sul fornello in cucina sfrigola un sughetto al pomodoro per la cena. Eccola, appare sul video la schermata dei numeri del lotto che avrò visto mille volte,senza prestargli il benché minimo interesse. Entra Roberta e mi osserva un po’ schifata per la scelta del programma, e cerca di appropriarsi del telecomando che ho in mano. Io mi ribello decisamente al tentativo di scippo,lei mi guarda preoccupata intanto  Il tabellone scorre, ecco ,siamo alla ruota di Venezia : 63 annuncia l’addetta al sonoro.
Taci! Urlo rivolta a Roberta e lei prende il cellulare : chiamo il 118. Si , si c’è anche il 18 e l’88 replico io .  Chiusura: 39  Eureka! Ci sono ,ci sono, ho vinto , abbiamo vinto!
Roberta è inebetita rinuncia al 118 perché pensa che il caso è disperato.
A questo punto tiro fuori la ricevuta della giocata che agito per aria come  un trofeo.
La disambiguità è finalmente superata .Si è ristabilito l’ ordine e io non sono più pazza.
Entra una nuova fase , quella del conteggio della vincita .Oibò ,un ambo in ruota fissa non è una vincita da poco, ed è qui che subentra l’unanimità di vedute.
Altra fase: lettura sul retro della ricevuta le istruzioni per il calcolo; carta e penna.
Moltiplicazioni, divisioni ,logaritmi e quant’altro sia utile a scoprire l’entità del premio. I calcoli si aggirano sul mezzo milione di lire o giù di lì. La matematica di Roberta era sicuramente più fresca della mia, ma alla fine siamo planate entrambe sulla stessa cifra a dir poco ragguardevole né poi smentita al momento dell’incasso al botteghino
Questo è quanto è avvenuto il 7 settembre del 2002. Roma                        Gabri

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