bello della parola indiretta
Le parole dovrebbero dare il massimo della visibilità e
costruire l’immagine del pensiero che hai in mente impregnandolo della
accezione che desideri dargli.
Puoi conferirgli la forza di un macigno o la leggerezza
di una piuma. Naturalmente l’immagine deve essere prima nella tua testa per poi
confezionargli,con le espressioni verbali adeguate, la visibilità suggestiva
che desideri,secondo il tuo inconscio individuale, lo stato d’animo,insomma il
tuo momento trascendentale.
Il vero problema è la varietà del repertorio delle
immagini e delle parole di cui ognuno di noi dispone interiormente e che vuol
far comunicare a se o agli altri.
La letteratura è piena di esimi cultori della
‘parola’,pensiamo ai poeti:
U. Saba esprime la sua solitudine con l’immagine di quattro capriole di fumo del suo focolare.
Ungaretti raffigura la guerra con la simbologia di un albero che in autunno, ad una ad
una perde le foglie, ossia i soldati che cadono,e
dove l’autunno personifica il buio e la tristezza nel cuore degli uomini,e, con
essa, l’insignificanza della guerra, tema che ha reso visibile con semplici
‘parole’.
per non dire di Leopardi o di Montale o di Kafka
scrittore,e mille altri.
Naturalmente questi sono talenti ispirati che di tali virtù
hanno riempito le antologie.
Ma,l’uso della parola non è solo prerogativa dei grandi.
La ‘parola’ è democratica, chiunque può avvalersi di questo strumento e
realizzare castelli in aria, paradossi, architetture, caricature quante ne
vuole, non ci sono inibizioni, e non è necessario essere poeti o scrittori ma
semplicemente ‘persone’.
Detto questo, anch’io voglio inventare un linguaggio
speciale con le ombre e le luci giuste.
Un linguaggio con le ali insomma.
Voglio scrivere come raggi diretti, intinti
nell’inchiostro, anzi mi berrò direttamente il calamaio, e sarà come un
commutare le immagini che ho in testa, in parole superiori alle immagini stesse.
Beh, ci vorrà del tempo però. I desideri son……
Forse, sono i sogni che son desideri! Mi pare.
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