sabato 28 dicembre 2013

Il bello della parola indiretta

bello della parola indiretta
Le parole dovrebbero dare il massimo della visibilità e costruire l’immagine del pensiero che hai in mente impregnandolo della accezione che desideri dargli.
Puoi conferirgli la forza di un macigno o la leggerezza di una piuma. Naturalmente l’immagine deve essere prima nella tua testa per poi confezionargli,con le espressioni verbali adeguate, la visibilità suggestiva che desideri,secondo il tuo inconscio individuale, lo stato d’animo,insomma il tuo momento trascendentale.
Il vero problema è la varietà del repertorio delle immagini e delle parole di cui ognuno di noi dispone interiormente e che vuol far comunicare a se o agli altri.
La letteratura è piena di esimi cultori della ‘parola’,pensiamo ai poeti:
U. Saba esprime la sua solitudine con l’immagine di quattro capriole di fumo del suo focolare.

Ungaretti raffigura la guerra con la simbologia di un albero che in autunno, ad una ad 
 una perde le foglie, ossia i soldati che cadono,e dove l’autunno personifica il buio e la tristezza nel cuore degli uomini,e, con essa, l’insignificanza della guerra, tema che ha reso visibile con semplici ‘parole’.
per non dire di Leopardi o di Montale o di Kafka scrittore,e mille altri.
Naturalmente questi sono talenti ispirati che di tali virtù hanno riempito le antologie.
Ma,l’uso della parola non è solo prerogativa dei grandi. La ‘parola’ è democratica, chiunque può avvalersi di questo strumento e realizzare castelli in aria, paradossi, architetture, caricature quante ne vuole, non ci sono inibizioni, e non è necessario essere poeti o scrittori ma semplicemente ‘persone’. 
Detto questo, anch’io voglio inventare un linguaggio speciale con le ombre e le luci giuste.    Un linguaggio con le ali insomma. 
Voglio scrivere come raggi diretti, intinti nell’inchiostro, anzi mi berrò direttamente il calamaio, e sarà come un commutare le immagini che ho in testa, in parole  superiori alle immagini stesse.
Beh, ci vorrà del tempo però.  I desideri son……
Forse, sono i sogni che son desideri!   Mi pare.

Gabri

sabato 14 dicembre 2013

'A cunsegna

' A cunsegna 
'A sera quanno ' o sole se ne trase
e da 'a cunsegna a luna p'a nuttata,
lle dice d'intro 'a recchia: I' vado a casa:
T'arrecumannu tutt'e nnammurate'
Totò

domenica 1 dicembre 2013

NOI SIAMO FATTI DELLA STESSA SOSTANZA DEI SOGNI

Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. 
Voglio contemplarmi dentro questa bellissima e suggestiva immagine e commentarne 
qualche aspetto , anche se qualunque cosa ad essa si aggiunga, non sarà che un inutile
ripetizione di quanto è già espresso nel suo stesso contesto. Proverò, comunque, a dar 
voce all'emozione che da questa scaturisce. 
Sognare è navigare altrove e, rendere visibile l'invisibile. Se strofinando un fiammifero,
quella fiammella circondata di ombra, produce qualche momento della nostra giornata 
più leggero, se ti regala una vertigine che ti fa bene al cuore, perché rinunciarvi? 
Gli occhi dei sogni, fendono l'oscurità, e la sua intensità suggestiva,che, altro non è che 
la proiezione dei nostri desideri, può dare un impulso all'ottimismo, alla speranza e a 
nuova energia. Ancorché, il sognare, è il vedere oltre e proporsi in una dimensione 
ribaltata il cui il contrappeso è la solitudine. D'altronde è la realtà stessa che lascia spazio
alla fantasia la quale ne ri- poetizza la natura il tanto per non camminare sempre vestiti di  
nero :  'Il dolore del vivere contro la droga dei sogni' (T. Eliot ) 
L'assenza dei sogni nella vita è come immaginare un alveare senza miele...
I sogni edificano,noi siamo creati per creare! 
                                                                                                         Gabri