Ero partita col chiedermi che cosa sia il ‘pensiero’ma esso stesso ha preso il volo in altre direzioni quantunque le ali dell’argomento,in fondo in fondo,
siano della medesima consistenza.
Che cosa è il pensiero? E’ la parte immateriale del corpo, la coscienza di esistere?
Da bambini, il ‘pensiero’ era quella nuvoletta che usciva dalla testa del personaggio dei fumetti: mumble…mumble.
Da adulti le cose si complicano,la semplicità resta un ricordo fanciullesco e
remoto. I neuroni del cervello esercitano la loro attività di elaborazione di
quanto accade intorno a noi e in noi stessi. Ma prescindendo dallo studio dei processi complicatissimi degli scienziati, che si adoperano di dare una tesi meccanicistica al quesito e varie alchimie a forma di parole; a noi poveri ignoranti e ingenui, la domanda resta: che cosa è il pensiero?
Io lo immagino una forma di luce o di energia come quella che passa attraverso i fili elettrici che anima, all'atto della nascita, una ‘tabula rasa’ illuminandola della potenza di ESSERE. Allora l’essere e il pensare sono la medesima cosa?
Non esiste dunque essere senza pensiero né pensiero senza essere. Noi siamo noi stessi e quello che pensiamo. E’ come una pagina intonsa investita da una
ventata emozionale, che al momento della luce ci fa essere ciò che siamo,pari a
un incantesimo,perciò inspiegabile, che opera in automatico e ti marca come un orologio virtuale che scandisce e determina il tuo modo di essere.
Se ci vado a naso,la cosa mi fa pensare al profumo, per esempio al profumo di un fiore, all'aroma di un cespuglio di mirto,che è la parte aerea, invisibile,che
pure ne identifica l’appartenenza e la varietà. Ma è solo un pensiero personale.
Interrompo per un po’ il fluire della penna di questi pensieri scritti sul foglio, e
mi allontano un momento per farmi una doccia. Mentre sono sotto lo scroscio
d’acqua che fluisce tiepida e piacevole sulla mia pelle, mi domando se sia il pensiero che mi scorre sul corpo,e se anche tale piacevolezza sia un pensiero
o un fatto reale,o entrambe le cose, o solo l’idea di tutto ciò. Non distinguo bene l’una cosa dall'altra e copro tutto con l’accappatoio per quanto mi chieda
se esso sia vero o solo pensato. Avvolta nel mio ipotetico accappatoio esco dal bagno, guardo fuori dalla portafinestra: ci sono due gatti sopra il tavolo da giardino che seminano erotici pensieri mentre si leccano amorevolmente e
vicendevolmente, pare che si piacciano o almeno lo pensano.
Potrebbe essere questo ‘pensiero’, un senso aggiunto, legato all'individuo ma inafferrabile e inscindibile,e per quanto umano,pure trascendentale, un po’come l’ombra della materia stessa che va via per sempre quando si muore.
E’ allora che il nostro vissuto pensiero può diventare patrimonio di tutti,quando si rispecchia in esso una sua unicità che ha valore di conoscenza universale.
E’ allora che non si disperde, ma prende il carattere di insegnamento e di consapevolezza globale. Per chi non è rimasto convinto può sempre tornare alla nuvoletta di cui ho parlato in anteprima.
P.S.
A beneficio dei miei amici: Scusate se nelle mie frequenti elucubrazioni, ci sono sempre gatti e gatti, ma dopo il passaparola che qui ‘si mangia’ loro sono diventati frequentatori assidui del mio giardino,ed io che sono incuriosita dei loro comportamenti li osservo spesso,seppure i loro problemi siano più di
Gabri
"Se ci vado a naso mi viene in mente un profumo..." :-)
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