martedì 5 dicembre 2017

NOI E 'IL MARE'

Noi e 'IL MARE'                                                                                    E fu come un avventura di mare di cui, al momento, non ne    valutammo l'entità e il rischio. Fu un brivido lungo la schiena che ci indusse, come per sentito dire, che a questi bestioni piace il silenzio, a mettere subito a tacere il rombo dei motori e attendere  gli eventi col fiato sospeso, inermi. E inermi, ci piovve  addosso un immenso flusso d'acqua che gli partiva dal dorso e che ci trovò impreparati ad accoglierla. Insieme al fragore di quel getto,la barca si riempì di mille scintille come una pioggia di coriandoli luccicanti. Poi, più nulla o quasi. Inzuppati sino al midollo,vedemmo la bestia  inabissarsi sotto l'oscurità del pelo d'acqua. Ultima sua traccia fu una lunghissima striscia nera andare in dissolvenza sino a scomparire completamente. E fu un attimo in cui ebbi l'ardire di scattargli una foto ricordo.  E ci piacque la sua eloquente dignità di farci sapere quanto poco ci trovasse appetibili al suo palato da inspirargli come pranzo o colazione.                      Per niente risentiti da tanta evidente 'nonchalance', dopo un circospetto sguardo ai dintorni rimettemmo i remi in barca e volammo via a tutto motore.                                                             Essendo il nostro un mero trasferimento del natante dal Continente alla Sardegna, la barca non era ancora dotata di particolare strumentazione, a parte la bussola  le carte nautiche e il nostro spirito di avventura o intemperanza giovanile.                                    Abbandonato quel tratto di mare infestato da da giganti marini, a occhio e croce stabilimmo una direzione da seguire con qualche dubbio sulla sua esattezza. Ci era impossibile trovare il punto nave senza nessun riferimento di terra. L'incidente con Moby Dick, la sosta allo sbando,lo scarroccio, avevano ubriacato la rotta tracciata alla partenza.Così ci ripartimmo le mansioni di bordo : Due al timone al controllo in bussola di ogni oscillazione dell'ago magnetico per conservare la direzione al millimetro. Io ero di vedetta, munita di binocolo a scrutare l'orizzonte e gli squali turisti per caso. E fu un ora di navigazione sul niente che ci sembrò un'eternità. Guardare a lungo col binocolo crea ombre e linee immaginarie che sembrano reali,ma quando queste persistono, cominci a prenderle sul serio,così decisi che quelle che vedevo non erano illusioni ottiche. D'altronde, il Mediterraneo non è l'oceano e a giudicare dal tempo passato in navigazione dovevamo più o meno essere al centro della vasca del Marenostrum.                                   Ultimate queste riflessioni, presi fiato e gridai : Terra, vedo terra!! E' vero che non ero C.Colombo, ma la reazione del restante equipaggio fu deludente. Qui scatta la vecchia credenza o inclinazione del maschio a ritenersi superiore al genere femminile. Quello che mi fece infuriare di più fu lo scarso interesse alla notizia e l'espressione di sufficienza del viso: Visionaria dunque?                 E tutti i calcoli scientifici che erano andati elaborando, erano dunque acqua fresca? Ebbene, si!! e glielo dissi lanciando il binocolo al primo che lo prese al volo : un occhiata e  il commento fu laconico :Cribbio è terra!!                                                            Solo che non era dalla parte dove loro l'avevano programmata , non solo, ma secondo i loro presunti calcoli, invece di scendere al sud della Sardegna, eravamo diretti a Genova!! E fu un dietrofront memorabile.                                                                                        Discesa tutta la costa orientale della Sardegna approdammo esausti a Capo Carbonara  come previsto nel progetto e fu l' ultima tanica di gasolio a condurci in terraferma.